fonti storiche
Il termine “Venetia”,indicava (almeno fin dai tempi dell'Imperatore Augusto, che aveva denominato la regione storica “Venetia et Histria”) ed indica sia la città di Venezia che la regione storica “la Venezia”, e significa esattamente “dei Veneti”. Da qui l'ambivalenza terminologica presente in molte lingue: “venetian” in inglese e “venitien” in francese corrispondono contemporaneamente sia a “veneziano” che a “veneto”
Così, tanto il Giorgione (da Castelfranco) quanto il Canaletto (da Venezia) sono considerati nella lingua inglese “venetian painters” (cioè “pittori veneziani” o “pittori veneti”).
Vediamo alcune fonti storiche:
fine del VII sec. a.C : Il grande poeta Alcmane canta a Sparta: (frg. 1,46-51; 172 = Voltan 4-5)
“…i puledri enetidi della Enetide, regione dell’Adriatico”
484 a.C.: Erodoto “padre della storia” parla di Enetoi, Veneti illirici (I, 196,1) (alimentando inconsapevolmente negli studiosi moderni l’equivoco ormai superato di Veneti = Illiri)
205 a.C: Il geografo Polibio paragona i due diversi popoli i Veneti adriatici ed i Celti della Gallia Cisalpina:(trad. C. Voltan, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti)
“I primi ad insediarsi, lungo le sorgenti del Po, furono Lai e Lebeci, dopo questo presero posto gli Insubri, il loro popolo più potente, e subito dopo, lungo il fiume, i Cenomani.
Un altro popolo, già da tempo, si era insediato lungo il litorale adriatico; sono chiamati Veneti e, per costumi ed abbigliamento, sono poco diversi dai Celti, ma usano un’altra lingua; si di loro i tragediografi hanno detto molto e intessuto varie favole”.
100 a.C: Giulio Cesare nel suo De Bello Gallico descrive i Veneti dell’Armorica, attuale Bretagna
"I Veneti sono il popolo che, lungo tutta la costa marittima, gode di maggior prestigio in assoluto, sia perché possiedono molte navi [...], sia in quanto nella scienza e pratica della navigazione superano tutti gli altri, sia ancora perché [...] pochi sono i porti della costa e tutti sottoposti al loro controllo, per cui quasi tutti i naviganti abituali di quelle acque versano loro tributi”
"VIII. Huius est civitatis longe amplissima auctoritatis omnis orae maritimae regionum earum, quod et naves habent Veneti plurimas quibus in Britanniam navigare consuerunt."
- Julius Caesar, De Bello Gallico, Liber tertius
63 a.C. Strabone,Il geografo e storico greco ci fa sapere che nella tragedia andata perduta “Gli Antenoridi” Sofocle nel dramma sulla presa di Ilio afferma: (Strabone. XIII,1,3 = Voltan 26)
"(..)davanti alla porta di Antenore fu stesa una pelle di leopardo a segnalare che la casa non doveva essere saccheggiata: costui poi, assieme ai figli e con gli Eneti superstiti si salvó in Tracia, di lí riparó nelle Enetica dell’Adriatico”
ma Strabone oltre a menzionare la tradizione annota: (IV,4,1 = Voltan 965).
“…credo che questi Veneti (della Bretagna) siano i fondatori degli insediamenti veneti dell’Adriatico…ma lo dico senza insistere, per tali argomenti bisogna accontentarsi della verosimiglianza…”
Inoltre scrisse anche: (Strabone, libro V)
"(..) Erano tutti romani, ora, ma non di meno, proprio grazie ai Romani, ancora esistevano Liguri, Umbri, Insubri e Veneti "
59 A.C : Tito Livio, storiografo romano, dedica il primo paragrafo della sua opera “Ab urbe condita” proprio ai Veneti. Livio era originario di Padova, quindi possiamo immaginare che il suo intento fosse quello di glorificare la propria terra natale.
"Comincio dunque dalla caduta di Troia cui, come è abbastanza noto, seguì lo sterminio di quasi tutti i suoi abitanti; ma su due di essi, Enea e Antenore, gli Achei non esercitarono in alcun modo il diritto di guerra sia per un antico vincolo di ospitalità sia perché erano sempre stati fautori della pace e della restituzione di Elena. È anche risaputo che Antenore, dopo varie vicende, giunse nella parte più interna del mare Adriatico assieme ad un gran numero di Eneti.
Costoro erano stati cacciati dalla Paflagonia in seguito ad una rivolta e stavano cercandosi una sede stabile e un capo dopo aver perso, sotto Troia, il loro re Pilemene. Troiani ed Eneti si insediarono nel luogo in cui erano sbarcati, dopo aver cacciato gli Euganei che abitavano tra il mare e le Alpi, e chiamarono Troiano il luogo in cui avevano preso terra"
23 a.C. : Plinio ( detto oggi il Vecchio) ,enciclopedista ed ammiraglio della flotta romana descrive la Venetia adriatica ed i Veneti dell’Armorica, attuale Bretagna (Vannes),
"..Segue la decima Regione d'Italia,bagnata dal mare adriatico,che comprende la Venezia col fiume Sile che scende dai monti di oderzo, e il porto di Livenza;la colonia di Concordia,il fiume Reatino col porto omonimo; il fiume tagliamento coi due porti di Tagliamento maggiore e minore;il porto di Anasso dove sfocia il Varamo; il fiume Alsa e il Natisone col Torre che bagna la colonia di Aquileia posta a 15 miglia dal mare (..).
Nell'interno della Decima regione,nel territorio dei Cenomani,sono le colonie di Cremona e Brescia; in quello dei Veneti,la colonia di Ateste e le città di Asolo,Padova,Oderzo,Belluno e Vicenza. Mantova è la sola città rimasta degli Etruschi.."
(Plinio il Vecchio,Naturalis Historia )
57 D.C Tacito storico e rétore della Gallia Transalpina localizza i Venedi nell’Europa Centrale, distinguendoli dai Sarmati (Germani?)
II secolo D.C Tolomeo descrive la Venetia adriatica ed i Veneti dell’Armorica, attuale Bretagna
Tolomeo inoltre cita il Golfo dei Venedi, presso l’attuale Danzica ed i Monti Venedi in Masuria (Prussia Orientale)
155 D.C CassioDione. descrive la Venetia adriatica ed i Veneti dell’Armorica, attuale Bretagna
Quali ne siano le origini,discusse ancora oggi e ben lungi da trovare una teoria universalmente accettata,è invece noto che i Veneti diedero vita ad una loro civiltà basata su agricoltura,allevamento e sopratutto commercio.
Inoltre è risaputo che i Veneti si specializzarono nell'allevamento dei cavalli di razza; la centralità del cavallo è un dato riscontrabile da diversi fattori quali fonti letterarie,manufatti e testimonianze archeologiche.
- Nel 440 A.C Leonte di Sparta vinse la 85ma Olimpiade proprio con dei cavalli veneti.
- Nel 63 A.C Strabone(v, sopra) racconta che il tiranno di Siracusa, Dionigi il Vecchio, per il suo allevamento di cavalli da corsa volle i famosi puledri veneti.
- Recentemente sono state ritrovate,da scavi archeologici nei territori di Adria,Altino,Este,Padova delle sepolture dove insieme a resti di uomini vi erano anche quelli di cavalli;la consuetudine di sacrificare, probabilmente tramite soffocamento o annegamento, e seppellire i cavalli all'interno delle necropoli sembra correlarsi a cerimonie destinate a defunti di particolare importanza sociale.