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Valentino Alberti

Il veronese Valentino Alberti è il proprietario dell’osteria “Tre Corone” in Corte Farina,è ricordato dagli storici(o almeno da quelli veronesi) per aver raccolto in una serie di diari gli avvenimenti accaduti dal 1796 al 1834

 

I diari di Alberti sono praticamente sconosciuti, ma non sono sfuggiti agli appassionati di storia locale e di cultura veneta, alcuni dei quali si sono cimentati realizzando opere letterarie e teatrali ad esso collegate. 

Ricordiamo: "Il diario dell'oste", una raccolta storica cronologica di Valentino Alberti, a cura di Maurizio Zangarini, Verona, Cierre edizioni, 1997.

E l'opera teatrale "L'osto de Verona", risultato dalla rielaborazione del testo originale "Il diario dell'oste", fatta da  da Guido Ruzzenenti insieme al giovane drammaturgo Davide Conati. Il risultato è uno spettacolo curioso, divertente, pieno di riferimenti storici: le “Pasque Veronesi”, la fine della dominazione veneziana, l’arrivo dei francesi, la carestia del 1817, la costruzione della Gran Guardia, la riconquista degli austro-ungarici.

Di seguito alcuni frammenti del diario:

 

"5 Agosto 1796 - "Due militari francesi mi vennero a riverire e mi han bevuto e mangiato per 19 soldi. Poi addio, tutto pagato!

 

20 Settembre - "Cinque altri han bevuto per soldi 15 e poi via. Andate in pace, che il vostro peccato è solamente veniale! Tre soldi a testa! Si conosce che non avevano mondo".

 

21 detto - "Otto militari mangiarono da cena un dindio (un tacchino) per il valor, col pane e il vino, di Troni 12:5, e poi gentilissimamente partirono".

 

"Tre detti, pranzato saporitamente, e poi per Troni 9,9: Bon ami, tu pajè!".

 

27 detto - "Sette detti, invidiando l'esempio dei primi, cenarono: e per il conto di Troni 6:10 brusarono essi pure il pajon! (lett. = bruciarono il paglione cioè fuggirono!)"

 

13 dicembre - (Santa Lucia, a Verona è giorno di festa) "Due militari cenarono e dimenticarono di pagare: Dio li ammazzi"

 

8 detto - "Cinque detti di cavalleria hanno cenato e fatto un conto di Troni 20. Al momento di pagar han fatto finta di baruffar e in mezzo di siracche e sacranoni (bestemmie), mi hanno rotto quattro gotti, un tavolino ed una candela. Qua ho fatto i miei interessi! Bricconi!".

 

18 detto - "In otto altri, dopo una cena di Troni 10:14 pagarono come sopra. Poi due altri, fecero lo stesso per Troni 3:10. Benedetti questi avventori! Vi prego a non farmi torto".

 

24 detto - "Dodici di cavalleria han cenato e bevuto per Troni 35 e poi guardandomi fisso fisso se ne andarono. Il salasso mi è parso gaiardo (gagliardo), ma ho creduto ben di usar prudenza perchè io non avevo la sabala (sciabola) al fianco"

 

25 detto - (Natale) "Di tutti i sopradetti però i più buoni galantuomini furono quei cinque di cavalleria che mi hanno favorito di venir a cena questa sera. Oh, che galantuomini! All'inferno ve ne son dei migliori. Costoro hanno mangiato e bevuto come fioi (figli) d'animali e poi, negri dal vino come folpi (polpi - cioè erano ubriachi fradici), hanno messo mano alla sabala e si son battuti rompendo tutti i vetri, spaventando le donne e tutti, persino i gatti che scappavano in caneva (in cantina)"

 

1 agosto 1797  - "ànno messo l'ospital nella Chiesa di Sant'Eufemia, mettendo tutti li ammalati francesi parte in convento e parte in Chiesa. Hanno portato via tutto, i santi, le madonne e il Santissimo, in San Simonetto vicino, perché li francesi rovinano tutto(...) Ma non ostante ànno fatto mille sorte di malanni perché ànno rotto le cantorie, i confessionali, il pulpito, il coro. Era solo la statua di San Nicola da Tolentino sul suo altare, e i francesi volendola distruggere, li gettarono una soga (corda) al collo e si misero in diversi per tirarla abbasso e buttarla in pezzi, ma non fu possibile smuoverla dal suo nicchio. La qual cosa fu miracolosa. Ed un soldato francese, arrabbiato per questo, dopo tanti sforzi per tirare in terra il santo, non so se con lo schioppo, con bastone o con altro, gli diede tanti colpi: ma tutto fu inutile(...) I francesi in quella Chiesa ànno fatto di tutto, perché ànno spezzato fino le laste delle sepolture, disturbando anche i poveri morti. Anzi avendone trovato uno vestito di ferro in un sepolcro, con una spada da una parte che erano centinara e centinara di anni che era stato seppellito, ànno portato via anche quello e non si sa che cosa ne abbiano fatto."

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