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Le liberateur d'Italie

Nell'Adriatico, allora comunemente chiamato "Golfo di Venezia", i Francesi si facevano vedere da qualche tempo, dando la caccia a bastimenti austriaci ed inglesi, ma soprattutto recando continue molestie al naviglio veneto interferendo nel pattugliamento operato dai vascelli da guerra, o contrastando la navigazione della flotta commerciale.

 

Il Senato, perciò, provvide a richiamare in vigore l'antico Decreto della Repubblica, che disponeva il divieto assoluto d'ingresso nel porto ad ogni naviglio armato straniero,autorizzando altresì l'uso della forza qualora un qualsiasi bastimento armato di qualunque nazione, volesse forzare l'ingresso del porto.L'atto fu notificato in primis al ministro di Francia, Jean-Baptiste Lallement.

 

Per tutta risposta Bonaparte dispose dal suo quartier generale che il cittadino Jean Baptiste Laugier, comandante del naviglio francese Liberateur d'Italie, si recasse nel golfo di Venezia al fine di

"dar la caccia al naviglio austriaco ed inglese, e di far correre i suoi corsari contro le bandiere veneziane".

 

E' probabile che Napoleone cercasse di provocare un'incidente internazionale che gli consentisse di dichiarare guerra alla Serenissima,che si era sempre dichiarata neutrale e con cui la Francia aveva buoni rapporti diplomatici.

infatti, una volta entrato nei territori veneti con la scopo officiale di inseguire le truppe austriache, senza dichiarazione di guerra non avrebbe potuto impadronirsene se non avesse neppure simulato lo stato di belligeranza.
Così cominciò a proferire minacce e a dettare condizioni al Senato Veneto, agli Inquisitori di Stato e al Maggior Consiglio, dichiarando agli ambasciatori della Serenissima che "sarebbe stato per Venezia un nuovo Attila"

 

Così ,obbedendo all'ordine impartitogli, il comandante francese Laugier preparò una nave da guerra chiamata ironicamente "le liberateur d'italie" ; giunto in prossimità di Caorle bloccò una barca di pescatori chioggiotti e costrinse con la forza a salire a bordo un certo Menego Lombardo, vecchio di anni settanta, obbligandolo a fare da guida alla loro imbarcazione verso il porto di Venezia, poiché gli invasori non potevano conoscere i fondali e i canali.
Gli venne promessa una lauta ricompensa se avesse collaborato,morte se avesse rifiutato.

 

Al tramonto del 20 Aprile 1797, alla Bocca di Porto del Lido, si presentano davanti al Castello di Sant' Andrea, tre bastimenti a vele gonfie. A questa vista il giovane "Deputato al Castello di Sant'Andrea, Lido porto e canali adiacenti", Domenico Pizzamano ordina alla guarnigione di stare all'erta. 
Davanti all'intimazione del Comandante Pizzamano di allontanarsi, due bastimenti del convoglio invertono la rotta. Il Liberateur d'Italie, invece, giunto a tiro dei cannoni del forte, spara sette otto colpi a polvere.
Subito due lance, per ordine del Sopracomito Bragadin, gli si parano di fianco per intimargli di retrocedere.
Ricevono quindi un'arrogante risposta dal Laugier, Solo quando furono fatti due tiri di volata, il capitano francese decise di voltare bordo, ma oramai era troppo tardi.

 

Forse per la mala manovra, o per la corrente dell'acqua che lo trascina, viene a contatto con le galeotte venete dei Capitani Alvise Viscovich e Malovich, che comandano la guardia dei Bocchesi, conosciuti anche anche come Sciavoni, il corpo scelto di nazionalità slava che tra l'altro vantava il titolo di Gonfalonieri.


Partono le prime cannonate e le scariche dei moschetti.
Succede il finimondo, arrivano fucilate da tutte le parti, dal Lido, dai Castelli e perfino dalla Certosa.

Accorse il Pizzamano e vedendo che i nemici stavano soccombendo all'assalto della galeotta, evitò una più grave carneficina ordinando al Viscovich di richiamare i suoi uomini; con non poca difficoltà si riesce a ristabilire l'ordine.
Il combattimento era durato circa 20-30 minuti.
Il vecchio pescatore Menego Lombardo, morirà, successivamente al Hospitale de San Xani Polo per le ferite riportate.

 

Vediamo il rapporto del Pizzamano, al Proveditor alle Lagune e Lidi:
 

"… Lodevoli pertanto le direzioni di quel vigile ed attento Deputato, diretto alla sola preservazione delle pubbliche massime, anche recentemente confermate, e gli usati destri modi ed insinuazioni verso l'armatore, affiché si allontanasse dai litorali, sarà cura del predetto Proveditor alle Lagune e Lidi di manifestargli il pieno nostro aggradimento ed animarlo a proseguire con pari zelo e fervore nell'esercizio delle appoggiategli incombenze.
Niente meno gradita la benemerita opera prestata all'oggetto stesso dagl'indicati Ufficiali e valoroso equipaggio della galeotta del Capitano Viscovich, e volendo il Senato premiati gli uni e gli altri che esponendo ad aperto pericolo la propria vita prestarono distinto servigio, così interessante i più delicati riguardi nostri …. si autorizza il predetto Proveditor alle Lagune e Lidi di somministrar agli equipaggi stessi in aggiunta alla natural paga, l'importar della medesima d'un mese, ed assicurando agli Ufficiali della pubblica piena riconoscenza".

 

Ma questo tributo d'onore restò in vigore per quei pochi giorni di libertà che la storia concedeva ancora ai Veneti.
Il 3 maggio 1797 il sedicente liberatore Bonaparte ,che nel frattempo aveva dichiarato guerra alla Repubblica Veneta ,costringeva un governo ormai alla sua mercé a punire il Pizzamano, sicché gli Avocatori de Comun lo posero in militar custodia, per metterlo sotto processo.
Una fine triste, ma incruenta nella sostanza, che consentirà al giovane nobiluomo ad uscire illeso da queste terribili vicende.

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