top of page

La boje

Nel settembre del 1882 nella provincia di Rovigo, l'Adige straripò lasciando dietro di se solo macerie e una scia di morti,devastò inoltre tutte le coltivazioni,che di fatto erano l'unica fonte di soppravivenza di quelle terre.già sottoposte alle ingenti tasse del nuovo governo italiano

A causa di ciò le condizioni di vita divennero,se possibile,ancora peggiori:


"Non conosco miseria paragonabile a quella nella quale mi imbattei in quei giorni in Polesine;in seguito all'alluvione furono distrutte 352 case,ben 8159 furono danneggiate,la zona allagata fu di circa 66850 ha,e ci vollero ben 192 giorni per il prosciugamento della zona invasa dall'acqua"

(tratto da "La boje e le lotte contadine in Polesine,di Pirani Bruno,1985)

 

Nello stesso anno (giugno 1882) il parlamento italiano aveva approvato la "Legge Baccarini" che aboliva il diritto di vagantivo,una consuetudine diffusa ai tempi della Serenissima che prevedeva il diritto degli abitanti di raccogliere quanto si trovava nelle valli e il diritto alla pesca.
Di fatto quindi i cittadini polesani si trovarono costretti alla fame e impossibilitati per legge alla raccolta di mezzi con cui sfamarsi; gli animi ribollivano e si era ormai prossimi ad una rivolta popolare:

"La boje,la boje e de boto la vien fora"

 

Così nel 1884 scoppia la rivolta delle masse rurali,con epicentro Rovigo.
Vediamo come la descrive il prefetto di Rovigo,commisario Augusto Mattei :

"All'improvviso scoppia un movimento nel centro del Polesine in n. 2 comuni non essendovi verificato lo sciopero nell'alto e nel Basso Polesine(..)il movimento divenne imponente per numero,si concluse con 220 arresti. A Castelguglielmo i contadini marciarono anche contro i carabinieri. Il contadino ha perduto ormai il rispetto pel padrone proprietario: i 220 arrestati condannati sortiranno dal carcere col fiele nell'animo perchè essi e le loro famiglie non hanno guadagnato nella mietitura: il contadino legge pessimi giornali che predicano la guerra civile e seminano l'odio tra le classi sociali.Si sentono i contadini sortire con espressioni infami come questa: quest'inverno giocheremo alle bocce colle teste dei signori"
(tratto da "La boje e le lotte contadine in Polesine,di Pirani Bruno,1985)

 

Vediamo invece come descrive la rivolta a Castelguglielmo Pio Mazzucchi :

"La provocazione scatta quando un bracciante grida "Viva la Repubblica". I carabinieri lo arrestano.L'atto inconsulto ed ingiustificato solleva la protesta e la rabbia della massa che reagisce tentando di liberare il lavoratore fermato.
Lo scontro inevitabile porta alla sparatoria dei carabinieri sui manifestanti:si calcola che siano stati sparati una ventina di colpi di rivoltella.
Il bilancio sanguinoso è costituito da una decina di lavoratori colpiti da proiettili sparati dai carabinieri e dal ferimento di due di loro con arma da taglio.
Segue la repressione e la caccia all'uomo condotta dai carabinieri e da un drappello di soldati armati inviato sul posto dal prefetto di Rovigo.
Vengono arrestati prima tutti i feriti e poi di notte e di giorno per un'intera settimana continua la ricerca e gli arresti nelle campagne e nelle case dei braccianti.
Gli arrestati superano il centinaio e vengono legati fra loro con grosse corde ed avviati a piedi alla stazione di Fratta per essere spediti nelle patrie galere.
Lo sciopero è represso,i braccianti tornano a lavorare covando la rivincita"

(tratto da "Memorie storiche di Castelguglielmo di Pio Mazzucchi"
 

bottom of page