Francesco Formenton 1799 - 1874
Francesco Formenton nacque a Vicenza il 25 giugno 1799,trovò ben presto lavoro nel pubblico impiego,ma preferì abbandonarlo per seguire gli studi: nel 1831 si laurea infatti in ingegneria all'università di Padova.
Nel 1848 svolse un ruolo attivo nel dibattito sulla rivoluzione di Manin e su una possibile confederazione di stati italici; in quell'anno infatti scrisse "Catechismo politico al popolo" ,testo sviluppato sottoforma di intervista fittizia sul federalismo italico.
Ne riporto i passi più interessanti:
"D. Sapete gli ultimi avvenimenti dell'Austriaca Monarchia? Ditemi alcuna cosa.
R. Le improvvise recenti rivoluzioni l'hanno sfasciata, distrutta, se, come pare, tutte le nazioni che la componevano vogliono distaccarsi dal Governo Austriaco. La rivoluzione di Vienna, di Milano, di Venezia; le sommosse d'Ungaria, di Boemia, ecc. sono colpi mortali contro quell'Impero.
D. Credete voi che quelle rivoluzioni siano giuste?
R. Sì, perchè rivendicano diritti delle Nazioni, già oppresse dal giogo della Casa d'Austria. Mio padre mi disse molte volte, lo compresi anch'io, che quel Governo era tristo dovunque, tristissimo nel Regno Lombardo-Veneto (..)"
"(..) Non parlo dei pochi che sperano ancora il bene degli Austriaci: si accorgeranno, in breve, che l'àncora delle loro speranze spezzata contro lo scoglio dell'italico pensamento.
Nel Lombardo-Veneto abbiamo molto di buono, sebbene usciti appena dalla Monarchia assoluta, tirannica. queste prime facili considerazioni, altre ne aggiungo.
In Italia vi sono generosi Principi, quali, secondando l'impulso del Gran Pio, ci hanno coi loro valorosi popoli riconquistata la libertà, la indipendenza, ci resero Italiani, cacciando quei mostri che hanno conculcata questa terra di geni di eroi.
Serbino questi Principi loro regni, fulgidi di novello splendore: serbiamo ad essi ed ai popoli la nostra gratitudine: ad essi premio il sapere di aver salvata redenta Italia, la gloria che ne ritraggono, gloria che non morrà.
Nel Lombardo Veneto evvi fondare un nuovo Governo: Principi nostri non vi hanno, non ponno avervi ingerenza veruna: Lombardo-Veneti possiedono facoltà sovrana piena di scegliere quel la forma di Governo che può meglio convenire alla loro sorte, al loro benessere. Gli altri popoli italiani non vi s'immischiano punto.(..)"
(per il testo completo-> google books)
il 27 maggio 1848 tentò ancora di diffondere le idee repubblicane in un manifesto antifusionista e antisabaudo intitolato "Parole sull'unione dei lombardi e Veneti col Piemonte"
"..è strano il sorger di quella voce che ci grida-Presto lombardi e veneti,presto unitevi subito al piemonte,altrimenti non vinceremo la guerra contro l'Austria- Quella voce è inopportuna,perchè distrarre potrebbe gli animi dal supremo pensiero della guerra per la comune indipendenza.."
Il 10 giugno 1848 ,in seguito alla conquista delle truppe tedesche di Vicenza, insorta appoggiando la rivoluzione del Manin, preferì lasciare la città soggiornando a Firenze,Roma,Genova e Torino.
Tornò a Vicenza nell'agosto del 1849 grazie all'amnistia concessa dai tedeschi.
Nel 1855 fu nominato membro ordinario dell'accademia olimpica e nel 1863 iniziò la stesura di "Memorie storiche della città di Vicenza"
Nel settembre del 1866 entra in consiglio comunale;muore a Vicenza il 4 dicembre 1874.