top of page

Dedizione di Vicenza - 25 aprile 1404

Si noti che Bassano e l’Altopiano dei Sette Comuni, oggi parte del territorio vicentino, costituivano invece in epoca veneziana dei distretti del tutto autonomi da Vicenza.

Vicenza fu sempre soggetta alle più potenti città vicine, anche se non fu mai conquistata da alcuna di esse con le armi, ma piuttosto si diede più o meno spontaneamente ad esse: in 'custodia' a Padova nel 1266, in riconoscimento dell'autorità imperiale rappresentata da Cangrande della Scala(Verona)  nel 1311, a Giangaleazzo Visconti (Milano) nel 1387 e infine alla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1404.

 

In ciascuna di queste circostanze pesarono sicuramente fattori contingenti, quali la prospettiva di non poter fare altrimenti e di evitare una sconfitta per l'incapacità di competere sul campo di battaglia. In genere però la decisione di consegnare la città all'una o all'altra potenza regionale fu presa dalla classe dirigente vicentina con la convinzione che i propri interessi sarebbero stati meglio salvaguardati se fosse riuscita a prevedere, nel corso di un conflitto, quale parte ne sarebbe uscita vittoriosa e si fossero avviate subito trattative, invece di attendere il corso degli eventi.

Questa scelta fu particolarmente evidente e azzeccata nel 1404, in un momento in cui i Carraresi di Padova sembravano la potenza regionale emergente (avevano conquistato la città di Verona e stavano per estendere le proprie mire espansionistiche verso Vicenza) e la Repubblica di Venezia, d'altro canto, non aveva ancora dichiarato espressamente la propria vocazione a diventare uno Stato di Terraferma,anche se Treviso aveva già fatto dedizione.

così Il 15 aprile Iacopo Thiene,signore di Vicenza partì per Venezia per fare dedizione e ne ritornò il 25 accompagnato dall'incaricato del doge Giacomo Surian, e da 250 balestrieri.

Subito Venezia, nel suo nuovo ruolo di signora di quel territorio,pretese dai Carraresi che togliessero l'assedio a Vicenza e che ponessero termine alle devastazioni delle terre beriche.

Poiché però questi persistevano nel mettere a ferro e fuoco il vicentino e poiché, inoltre, il 7 maggio anche Cologna Veneta si era data a Venezia ma era stata occupata dai Carraresi, per la Repubblica di Venezia la guerra contro Padova divenne inevitabile. 

 

Con la dedizione a Venezia l'aristocrazia vicentina conferiva una legittimazione al suo dominio e ne riceveva in cambio la garanzia di poter mantenere le proprie leggi, le magistrature e soprattutto il predominio delle famiglie che governavano la città;questi vantaggi vennero ratificati nel Privilegium civitatis Vicentiae del 1404 e rinnovato nel 1406, una volta conclusa la guerra contro Padova.
A Venezia veniva riconosciuta la suprema autorità e il diritto di intervenire in tutti i casi di straordinaria amministrazione. Formalmente essa aveva l'arbitrium, cioè il potere di creare, interpretare, modificare e rendere esecutive le leggi, ma con il Privilegium si era impegnata a rispettare le leggi di Vicenza, sia quelle esistenti che quelle di nuova istituzione. Un impegno garantito dalla possibilità per i vicentini di ricorrere agli organi giurisdizionali veneziani e in più di un'occasione questi annullarono atti del podestà e persino del doge che andavano contro le norme della città.

 

Nel 1413 la Terraferma fu invasa dalle armate di Sigismondo re d'Ungheria e imperatore del Sacro Romano Impero, le città di Bassano, Marostica, Vicenza e Lonigo assediate si rinchiusero nelle loro mura e resistettero nel nome di Venezia.

Quando gli eredi dei Carraresi e degli Scaligeri rivendicarono i diritti delle antiche Signorie, i vicentini non diedero loro ascolto. Così come si opposero ai Visconti in guerra con Venezia.
 

bottom of page