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Dedizione di treviso - 11 febbraio 1344

Treviso Nel I° secolo a.C. divenne parte dell’impero Romano come X Regio Venetia et Histria

Alla caduta dell’impero Romano d’Occidente la città si vide assoggettata a vari invasori dai Goti e Bizantini

I Longobardi più tardi stanziarono una zecca nella città che era entrata a far parte del loro territorio, i luoghi Trevisani passarono indenni il periodo delle conquiste degli Unni.

 

Treviso comunque dal 1176 al 1319 (con due brevi pause, dal 1239-59 signoria dei da Romano e poi 1283-1312 dei da Camino) divenne una città-stato, essa si diede dei statuti per conservare la sua indipendenza, ma nel 1313 si vide dover affrontare in un’impari lotta con Cangrande della Scala, Signore di Verona.

 

Dopo varie lotte tra Signori di opposte fazioni e dominazioni straniere il 2 Dicembre 1338 le truppe della Serenissima entrarono nella città del Sile. Treviso fu la primogenita del futuro Stato de terra e fu nello stesso tempo anche la più fedele dimostrandosi baluardo indistruttibile della Veneticità.

Lo si poté constatare qualche anno dopo quando i Trevigiani l’11 Febbraio 1344 non vollero essere considerati sottomessi dai fratelli Veneziani per conquista armata contro la loro volontà (come fecero Scaligeri e Austriaci) e per questo con atto pubblico dichiararono:


"Riconoscenti al fratello Veneziano per la materna opera sua, con unanime deliberazione del consiglio dei trecento",

e le cedettero spontaneamente la città, i castelli, i beni, le regioni e le giurisdizioni.

 

Il periodo di pace durò poco e nel 1381-84 dopo lungo assedio fu conquistata dagli Austriaci, i quali la vendettero alla signoria dei Francesco da Carrara (1384-88). Ma i Trevigiani non ci stettero e desiderando il ritorno del buon governo Veneto insorsero al grido di:

 

"Viva il popolo di Treviso e muoia il Carrarese che ci ha sempre derubato"

 

La sommossa ebbe come epicentro la piazza del Carbuio (dei Signori) ed il 29 Novembre 1388 migliaia di insorti provenienti dalla campagna trevigiana e dalla laguna veneta gridavano per le strade:

 

"Viva il beato evangelista, il nostro San Marco Veneto! Viva San Marco"

 

 si formò subito un governo provvisorio e, cacciato Francesco il Vecchio da Carrara, si diedero spontaneamente alla Repubblica Veneta, dominio che durò fino al tragico 1797.

 

Quindici giorni più tardi il 13 Dicembre i Veneziani rientrarono a Treviso e da quel momento il 30 Novembre, festa di San Andrea e il 13 Dicembre, festa di Santa Lucia divennero feste patrie.

Una processione laica partiva col Podestà da piazza del Carbuio, e un’altra religiosa, col Vescovo, partiva dal Duomo per incontrarsi alla Messa solenne nella chiesa di S. Lucia

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