Berto Barbarani
Berto Barbarani (all'anagrafe Roberto Tiberio) fu uno dei maggiori poeti veneti del novecento,nacque a Verona,finiti gli studi incominciò a lavorare come giornalista all’Adige e poi al Gazzettino; ma è la poesia la sua grande passione e così pubblica, fra gli altri, “El Rosario del Cor” (1895), il “Canzoniere Veronese” (1900), il “Nuovo canzoniere veronese” (1911), “I sogni” (1922), “Bozzetti e fantasia” (1942).
Muore a Verona il 27 gennaio 1945; una statua bronzea lo ricorda in pieno centro nella scaligera Piazza delle Erbe.
La sua poesia più famosa è "I va in Merica”, un monumento al dramma dell’emigrazione che colpì la nostra Terra veneta subito dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, quando il nostro popolo si trovò in una situazione di miseria e disperazione come mai nella nostra storia.
I va in Merica (Vanno in America)
Fulminadi da un fraco de tempesta,
l'erba dei prè, par 'na metà passìa,
brusà le vigne da la malatia
che no lassa i vilani mai de pèsta;
// La calamità naturali non danno tregua ai contadini;
la grandine ha rovinato il raccolto,
l'erba dei prati è appassita,
e le vigne morte a causa di una malattia. //
ipotecado tutò quel che resta,
col formento che val 'na carestia,
ogni paese el g'à la so angonia
e le fameie un pelagroso a testa!
// Ogni paese ha le sue disavventure
come le famiglie colpite dalla pellagra che hanno ipotecato
tutto per poter compiere il lungo viaggio.//
Crepà, la vaca che dasea el formaio,
morta la dona a partorir 'na fiola,
protestà le cambiale dal notaio,
// Morta la mucca che dava il formaggio,
morta una donna mentre partoriva una bambina,
protestata la cambiale dal notaio, //
na festa, seradi a l'ostaria,
co un gran pugno batù sora la tola:
«Porca Italia» i bastiema: «andemo via!»
// una festa chiusi dentro all'osteria,
dando un gran pugno sulla tavola:
"Porca Italia" bestemmiano: "andiamo via!" //
E i se conta in fra tuti.- In quanti sio?
- Apena diese, che pol far strapasso;
el resto done co i putini in brasso,
el resto, veci e puteleti a drio".
// I Capifamiglia seduti all'osteria
fanno la conta di quante persone sono
forza-lavoro una volta sbarcati in America
....appena dieci, il resto donne con in braccio i neonati,
anziani e bambini. //
Ma a star quà, no se magna no, par dio,
bisognarà pur farlo sto gran passo,
se l'inverno el ne capita col giasso,
pori nualtri, el ghe ne fa un desìo!
// Un momento di riflessione scuote l'animo
di questa gente disperata
Stare qua si muore di fame,
bisognerà per forza farlo questo gran passo,
se l'inverno sarà rigido,
poveri noi, ne farà una strage! //
-Drento l'Otobre, carghi de fagoti,
dopo aver dito mal de tuti i siori,
dopo aver fusilà tri quatro goti;
// A ottobre inoltrato, carichi di valigie e stracci,
dopo aver maledetto i signorotti o i nobili,
dopo aver bevuto in gran fretta tre-quattro bicchieri di vino; //
co la testa sbarlota, imbriagada,
i se dà du struconi in tra de lori,
e tontonando i ciapa su la strada !
// con la testa confusa, frastornata,
si danno dei grossi abbracci,
brontolando e camminando in modo incerto
prendono la strada e si avviano! //
(tratta da: http://www.larenadomila.it/barbarani/poesie/merica.htm)